La terza chiamata di Interreg Central Europe riguarda anche le aziende italiane private
Articoli 15 Dic 2017

Bando Interreg Central Europe: la terza chiamata è anche per i privati

La terza chiamata del bando Interreg Central Europe è rivolta (finalmente!) anche alle imprese italiane private, con un finanziamento di 60 milioni per investimenti in sostenibilità energetica e ambientale, innovazione e trasporti.
C’è tempo fino a gennaio 2018 per presentare i progetti.

Interreg Central Europe

Interreg Central Europe è un programma che incoraggia la cooperazione tra Nazioni, supportando e finanziando organizzazioni pubbliche e private.

Gli Stati interessati sono Austria, Croazia, Slovenia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Ungheria, Polonia e Regioni selezionate di Germania e Italia.

Con 38 progetti attivi, le Regioni italiane selezionate sono: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Valle d’Aosta e Veneto.

L’obiettivo è quello di far sì che si superino i confini politici e geografici, al fine di trovare insieme soluzioni per l’innovazione urbana e territoriale, la riduzione di emissioni di CO2, migliorare e valorizzare le risorse culturali e nazionale, oltre che i trasporti. L’iniziativa, inoltre, ha il vantaggio di promuovere il lavoro corale, per una competitività più estesa, di coesione, che veda i diversi Stati come parte di un unicum.

Le prime due chiamate, del 2015 e del 2016, hanno finanziato (e finanziano tuttora) 85 progetti, imperniati sulla competizione tra Stati. La terza chiamata si basa invece sulla cooperazione.

La terza chiamata (third call) dell’Interreg Central Europe riguarda le stesse tematiche delle precedenti: innovazione, economia low-carbon, ambiente, territorio e cultura, trasporti. Ma impone ai partecipanti di affrontarle in modo collaborativo. Ognuna di queste tematiche racchiude, a sua volta, altri obiettivi, tra cui quelli volti a uno studio strategico delle rispettive politiche e ad investimenti mirati.

  • Innovazione
    Si mira innanzitutto a implementare cooperazione, sia tra i Paesi partecipanti che tra ricerca e imprese, a prescindere dai territori, in modo che sia più facile trasferire, sviluppare e scambiare nuovi servizi che possano portare ad un’effettiva innovazione nel campo dell’impresa e a una spinta nei relativi investimenti. La possibilità di vedere interagire enti sia pubblici che privati dà nuovo ossigeno anche al rapporto tra ricerca e pubbliche amministrazioni. Un altro obiettivo è quello di migliorare le competenze che portano all’innovazione e alla crescita economica.
  • Sostenibilità energetica
    La più interessante per chi si occupa di energia verde. Si tratta di creare soluzioni innovative che incrementino l’efficienza energetica. A questo scopo rientra l’uso di energie rinnovabili e ristrutturazioni che innalzino l’efficienza energetica delle infrastrutture pubbliche.
  • Strategie low-carbon
    Tematica legata in modo stretto all’incalzante obiettivo europeo ’20 20 20′: ridurre le emissioni di gas serra del 20%, far salire al 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20% il risparmio energetico, il tutto entro l’anno 2020.
  • Patrimonio naturale e culturale
    Si spronano gli stati interessati a migliorare la tutela e la gestione dei punti di forza del territorio, con particolare attenzione all’uso sostenibile delle risorse, anche allo scopo di avvicinarle ai cittadini.
  • Trasporti
    Lo scopo è quello di affrontare un miglioramento della rete di trasporti di persone e di merci, sia interna che tra gli Stati del progetto. Anche in questo caso, come si può intuire, è fondamentale che ciò avvenga nel rispetto degli obiettivi sulle emissioni e di tutela ambientale.
Le novità

Proprio per rispettare i criteri di cooperazione, ogni gruppo deve essere formato da almeno tre soggetti di almeno tre Paesi diversi dell’Unione Europea, che possono essere enti pubblici, società private e organizzazioni nazionali.

Forse proprio questa la grande novità: a differenza delle chiamate precedenti, in cui i fondi comunitari erano rivolti solo ad enti pubblici, con la terza anche le aziende private italiane potranno richiedere contributi fino all’80% a fondo perduto.

Il termine

La fase è unica: le proposte devono essere già complete e inviate all’Electronic Monitoring System (eMS) della UE.
I progetti già inseriti sono a disposizione degli utenti registrati, con canali di comunicazione tra realizzatori e utenti.

Per iscriversi al programma c’è tempo fino al 25 gennaio 2018.

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