Si passa al mercato libero dell’energia
Ci si prepara da tempo, ma non è semplice districarsi in quello che sarà presto un passaggio obbligato. Come fare per capire a quale fornitore affidarsi? In che mercato stiamo entrando? Chi ci può aiutare a non sbagliare? Vediamolo insieme.
Il Mercato Tutelato
Fino ad ora, l’energia sottostava a un regime di monopolio del distributore regionale per la luce e il gas. Si chiama “mercato tutelato”: l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) propone un prezzo a cui le aziende che vendono gas ed energia devono attenersi. In effetti l’aggettivo “tutelato” è veritiero, perché il prezzo di riferimento del mercato tutelato risulta il più conveniente.
Il Mercato Libero
Dal 1° luglio 2020 la situazione cambierà radicalmente, con il passaggio al mercato libero. Questo tipo di mercato si fonda sulla libera concorrenza tra diversi operatori, per cui cambiano i prezzi e si moltiplicano le offerte. Cambia il soggetto che ci fornisce l’energia, ma non gli impianti di erogazione, perché legati all’azienda locale che detiene l’appalto di distribuzione.
La differenza è che adesso non si sarà più obbligati a rifarsi al prezzo di riferimento e ogni fornitore propone le condizioni economiche che preferisce. Al prezzo per la fornitura saranno aggiunti le accise e i costi di distribuzione che sono definiti dall’Autorità, a prescindere dall’operatore scelto.
Vero risparmio o solo svantaggi?
In linea teorica, la struttura del mercato libero dovrebbe portare a risparmi notevoli. Dove il passaggio al mercato libero è stato già avviato, la concorrenza ha in effetti dato vita a un abbassamento dei prezzi dell’energia. In Italia, però, la diffidenza istituzionale è alta, proprio per il timore che accada il contrario e che il mercato libero porti a un innalzamento dei prezzi, o peggio ancora a un livellamento verso l’alto. È per questo che il termine per la transizione è slittato dal 2018 al 2019, e poi ancora al 2020.
Si tratta di un momento delicato per il consumatore, che dovrà fare molta attenzione e analizzare con cura le proprie bollette, valutando il tipo di consumo, gli orari, per capire che tipo di tariffa si adatta meglio alle specifiche esigenze. Non si tratta di un’operazione semplice, specialmente per chi non ha dimestichezza con la materia.
Scegliere un nuovo operatore non è obbligatorio, ma il mercato di tutela scomparirà: chi non passa al mercato libero si ritroverà nel mercato di salvaguardia e si ritroverà a pagare di più, con copertura per aree territoriali e condizioni molto meno convenienti.
Contratti di transizione
Fino alla data del 1° luglio 2020, la Legge impone all’Autorità di mettere in atto degli obblighi per il passaggio di quelli che si trovano ancora in mercato di tutela. Le soluzioni a cui riferirsi sono due: Tutela Simile (Non più disponibile) e PLACET.
Tutela simile
Nel tentativo di rendere il passaggio meno ostico, l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico proponeva la Tutela Simile: un contratto di un anno incentrato sul passaggio dalla tutela al mercato libero. I contratti di Tutela Simile avevano condizioni contrattuali standard e lo stesso prezzo del mercato di maggior tutela. Cambiavano i bonus a seconda del fornitore.
I PLACET
Dal 1° gennaio 2018 sono disponibili i PLACET (contratti a “Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela”), un’offerta standard per privati e piccole imprese, con le condizioni contrattuali dell’Autorità, ma con i prezzi dei fornitori.
Come i contratti di Tutela Simile, nascono per orientarsi nelle scelte e nella comparazione, introducendo soluzioni a pacchetti molto elementari e di facile raffronto.
Sono offerte di mercato libero, standard, che escludono ogni altro tipo di servizio o sconto. Le condizioni contrattuali delle offerte PLACET sono definite dall’Autorità e sono inderogabili.
I fornitori sono obbligati a presentare due tipi di offerta PLACET: una a prezzo fisso e una a prezzo variabile (la variazione dipende dall’indice di riferimento dei mercati all’ingrosso e avviene in modo automatico).
Proprio perché l’esigenza principale dei PLACET è la semplificazione, i fornitori possono avvalersi di moduli contrattuali appositi, predisposti dall’Autorità. Questi moduli non possono essere modificati.
In concreto, si tratta di contratti senza scadenza e con facoltà di recesso prevista per Legge, ma le condizioni economiche possono essere modificate dall’operatore di anno in anno, con sufficiente anticipo da lasciare il tempo al cliente di decidere se andare o restare, per confermare basta inerzia. Non potrà più godere, però, dello sconto iniziale.
Poi, sempre se il cliente non sceglie altrimenti, c’è il passaggio al mercato libero attraverso una offerta da parte delle aziende territorialmente competenti.
Appare evidente che, una volta scomparsa la tutela, il consumatore si ritrova in una posizione di svantaggio, che lo obbliga a un’attenzione ben più alta rispetto a prima, poiché ora corre il rischio di vedersi cambiare le carte in tavola se non si oppone in modo esplicito.
Come fare?
Se sono necessari contratti di transizione per educare il pubblico a essere più virtuoso nella comparazione per una scelta consapevole, si intuisce che la transizione dal mercato di tutela a quello libero non è una questione così semplice da affrontare.
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